Attualità - Fidca

Title
Vai ai contenuti
ALLA RICERCA DEI VALORI PERDUTI
di Luigi Mazza

Da qualche tempo si sente il bisogno di ripristinare i valori nazionali, di recuperare l'orgoglio di italianità, di contribuire a rafforzare il senso della Patria, dell'identità nazionale e della conoscenza delle nostre radici storiche. C’é chi vuole addirittura dedicare una giornata alla festa dei valori nazionali.

Fa piacere riscoprire i tanti gesti di orgoglio e risveglio patriottico, che, se da un lato hanno l’obiettivo di approfondire la riflessione sul valore dell’identità nazionale all’interno dell’Europa e del villaggio globale, dall’altro confermano la volontà dell’assoluta indivisibilità del nostro Paese, perché non possiamo non dirci italiani. I valori conquistati nei secoli, sono il più grande patrimonio culturale e sociale di ognuno e di tutti. Un’attenta e giusta riflessione sull’orgoglio di essere italiani, le troviamo nelle parole dette in Iraq da Fabrizio Quattrocchi, prima di morire:“adesso ti faccio vedere come muore un Italiano”.

Ben venga dunque l'invito lanciato dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, alla riconquista e al recupero della memoria storica; egli ha rilanciato il ruolo del nostro Paese, invitando ogni famiglia a possedere una bandiera, per diffondere l’orgoglio nazionale. Ma perché esso sia efficace, occorre tradurlo anche in convinzione per i giovani. Quale è infatti la conoscenza negli studenti della nostra storia? Si guardi alle manifestazioni patriottiche che, nel ricordo anche di chi ha dato la vita per la nostra libertà, raccolgono solidarietà di popolo per lo più anziani; quanti giovani e quante scuole vi partecipano?

Indubbiamente siamo giunti al punto di non ritorno, al punto in cui nel passato hanno avuto inizio il declino e la decadenza delle civiltà. Questi mali, che sono venuti maturando attraverso l’ultimo mezzo secolo, sono ora come cristallizzati in forme tipicamente dure a morire. Le ragioni vanno ricercate nel benessere raggiunto, nella vita frenetica, nell’aspirazione a disporre subito di tutti i mezzi per una vita agiata. Però sotto lo sfavillante aspetto del benessere, vi é l’insidia della delinquenza sempre più spavalda, la perdita di ogni ritegno morale e conseguentemente di ogni Valore.

Finché ci sarà assenza di civismo, smania di arricchimento rapido e spregiudicato, non si raggiungerà alcun risultato, per uscire da questa empasse. Non é facile, infatti, in quanto dal dopoguerra ad oggi, abbiamo assistito al continuo sgretolamento dei Valori, dalla Patria al Coraggio, dalla Disciplina alla Coscienza e all’Orgoglio Nazionale, dalla Fede e al Rispetto delle Tradizioni alla Generosità, alla Lealtà e all’Amicizia, per finire alla Famiglia.

Però l’Italia é un Paese fondamentalmente sano. Se vogliamo quindi che ai nostri figli e nipoti vengano tramandati quei Valori di libertà spirituale, culturale e sociale, dobbiamo trovare la forza di reagire: ciascuno di noi deve fare la propria parte. La Scuola, la Famiglia, la Società nel senso più esteso del termine e tutte le istituzioni, devono porsi quale obiettivo preminente, quello di salvare ciò che ancora c’é di buono in noi, partendo dal programma di mutare determinate componenti sociali e introducendo nuove regole di etica, per educare il cittadino al senso della libertà (non quella sua soltanto) e di comportamento sociale, di offrirgli una società capace di dargli sicurezza nel domani e stabilità di lavoro. Uomini liberi, accanto ad altri uomini liberi, al di sopra di tutte le frontiere. Riportare l'Italia nella scuola, l'Italia con tutta la sua storia, quella vera e non di parte, preconfezionata ad hoc, quell'Italia che i nostri vecchi con sacrificio ci hanno consegnata unita.

Cosa fare allora? Per ricomporre il mosaico dei Valori perduti, la risposta comporta l’esame di molteplici aspetti sociali. Qualunque cosa ci riservi il futuro, per vincere la nostra battaglia, occorre inserirsi nella società in maniera responsabile e utile, incamminarsi decisamente sulla strada del buon senso, svegliando le coscienze assopite e lavorando attivamente e con passione, senza mai perdere di vista i Valori fondamentali del vivere civile e soprattutto non perdere di vista il passato, cancellare l’amnesia della Patria e riconquistare la memoria storica.

Noi italiani, con le nostre qualità e con i nostri difetti, vantiamo il pregio che tanto ha contribuito alla storia d'Europa e non dovremmo avviarci all'incontro unitario senza l'orgoglio di essa, senza credere nella nostra Patria, anche se da qualche decennio ne siamo troppo dimentichi o per eccesso di individualismo o perché sedotti da ideologie smobilitanti, propagandate da chi avrebbe voluto manipolare o strumentalizzare a fine di parte la nostra italianità. Certo non era facile credere ancora nella Patria Italia, il cui amore, magari inconscio, ci ha dato slancio mirabile nella ricostruzione del dopoguerra. Poche nazioni al mondo come la nostra, sono tanto variegate per cultura e per storia. La nostra Carta Costituzionale contiene in sé gli elementi di una democrazia compiuta, che si richiama all’Italianità come Valore. E’ proprio l’affermazione di questo principio di identità e di unità, che ci deve rafforzare nell’intendimento di suturare le ferite più difficili. Abbiamo il dovere di impegnarci, perché nulla vada perduto, affinché i nostri figli e i nostri nipoti custodiscano e ravvivino giorno dopo giorno i Valori perduti.

Se quindi il nostro vero futuro obiettivo é quello di un domani più sicuro e più nobile, occorre superare ogni egoismo e acquistare la piena consapevolezza che l’ordine sociale, poggia sul rispetto della voce interiore del dovere, non meno che sull’obbedienza alle norme scritte del diritto.

Torna ai contenuti