Bronzo Nemico - Fidca

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Elaborati di Christian Tarantino

Medaglia Commemorativa della Guerra Italo-Austriaca
“Coniata nel bronzo nemico”
Una decorazione tutta italiana per commemorare la Grande Guerra e l’Unità della Nazione
“fusa col bronzo delle artiglierie sottratte ai nemici”.

a cura di Christian Tarantino


Il 4 novembre 1918 terminava, per il Regno d’Italia (1861-1946), la campagna Italo-Austriaca cominciata il 24 maggio 1915. La guerra, la più cruenta vissuta fino ad allora dal giovane stato italiano, registrò la mobilitazione di una forza bellica senza precedenti nella penisola dai tempi dell’Impero Romano: i mobilitati furono più di 6 milioni, tra uomini in armi dei diversi corpi e specialità, ausiliari delle Forze Armate (Croce Rossa Italiana, Sovrano Militare Ordine di Malta, etc.), operai militarizzati nelle industrie, etc. (1)
Un conflitto senza precedenti che dal luglio 1914 al novembre 1918 dilaniò l’Europa tanto da essere battezzato, non a torto, “Grande Guerra” per l’alto numero di popoli coinvolti (ben 12), i milioni di combattenti che quotidianamente si sono battuti sugli opposti schieramenti con efferata asprezza, il gran numero di caduti (oltre 8 milioni) che si sono contati tra i Paesi belligeranti al termine delle ostilità. E, quale elemento da non sottovalutare, il singolare ardimento dei soldati italiani, nonostante le ingenti perdite in termini di vite umane, che ammontavano a circa 650mila. Per la prima volta si pagò l’alto prezzo derivato dalle sempre più micidiali armi introdotte nell’arte della guerra del primo ‘900.
Per noi italiani essa rappresentò senza ombra di dubbio la “IV Guerra d’Indipendenza” in quanto consentì di portare a compimento il disegno risorgimentale avviato circa un secolo prima.
Dopo due anni dalla fine del conflitto, nel 1920, con Regio Decreto n. 1241 del 29 luglio dello stesso anno, venne istituita la Medaglia Commemorativa della Guerra Italo Austriaca. Decorazione concessa ai militari, ai militarizzati, agli assimilati ed al personale dei corpi e reparti ausiliari, che avessero prestato servizio almeno per quattro mesi in zona di guerra ed in zona giurisdizionale della Armate italiane impegnate al fronte.
Questa medaglia oggi è tra le più comuni e reperibili sul mercato collezionistico italiano, vista la grande produzione che andò avanti dal 1920 fino al 1923 (fonti citano il conio di più di 1 milione e 800 mila medaglie), e, purtroppo, snobbata dalla maggior parte dei collezionisti che non la prendono in considerazione, ma forse non tutti sanno che è una decorazione dalle innumerevoli sfaccettature che andremo ad analizzare e per questo interessantissima. Fu portata con orgoglio da tutti gli insigniti, in armi o in congedo. (2)
La medaglia fu per l’appunto fusa nei cannoni sottratti agli austriaci.
La decorazione raffigura al recto un profilo di S.M. Vittorio Emanuele III, il Re soldato, voltato a sinistra, in uniforme da campagna mod. 909 (colletto in piedi, stellette al bavero, etc.) e con il capo cinto dall’elmetto italiano, di derivazione francese, Adrian mod. 1916. Attorno a questa effige, nel giro, è riportato il motto GUERRA PER L’UNITA’ D’ITALIA intervallato fra le parole dalle classiche fronde d’alloro che tanto ricorrono nella simbologia medaglistica italiana. All’altezza del bavero di S.M., alla destra, è incisa a rilievo la firma dello scultore “S. Canevari”, ovvero Silvio Canevari, noto artista dell’epoca.
Al verso è rappresentata l’allegoria della “Vittoria alata” posata su piedistallo formato da scudi sorretti da militari italiani elmati. (3)  La Vittoria è contornata, come per l’effige del Re al recto, dalla frase: CONIATA NEL BRONZO NEMICO.
L’attacco del nastro sulla medaglia è a staffa a forma parallepipeda. Il nastro, composto da diciotto righe verticali di eguale larghezza alternate da sinistra dai colori nazionali: verde, bianco, rosso (tricolore ripetuto 6 volte). Esso è identico a quello della Medaglia Commemorativa delle Campagne Risorgimentali italiane, poiché, come detto in precedenza, la Prima Guerra Mondiale fu altresì l’ultima guerra per completare l’Unità nazionale e la redenzione delle popolazioni italiane assoggettate al dominio straniero, attraverso la Battaglia di Vittorio Veneto e, poi, l’unificazione delle Tre Venezie.
La medaglia fu realizzata dalle maggiori aziende del settore, nello specifico:
• SACCHINI
• STEFANO JOHNSON
• FRATELLI LORIOLI & CASTELLI
• M. NELLI
• S.I.M. ROMA
Tali aziende produttrici impressero il loro marchio al recto, sotto l’effige di S.M., tutte tranne la ditta Stefano Johnson che impresse il suo marchio, le iniziali “S J” sotto la fronda di alloro centrale sotto lo stesso busto appena citato. (4) Sul nastro, inoltre, potevano essere applicate le fascette recanti l’anno di combattimento  o di servizio, durante la Grande Guerra, dell’insignito. Queste venivano applicate in un numero pari agli anni solari nei quali l’insignito avesse prestato almeno quattro mesi di servizio attivo, requisito essenziale anche per ottenere la decorazione stessa. Sono rappresentate con il disegno a rilievo di fronde di alloro ed al centro di ogni fascetta veniva coniato il millesimo di un anno di guerra; così abbiamo rispettivamente fascette per gli anni 1915, 1916, 1917 e 1918. Come la medaglia anche le fascette erano prodotte in bronzo. Le fascette non sono un’invenzione post bellica sul panorama medaglistica italiano, ma furono istituite già nel 1865 a ricordo delle Campagne risorgimentali italiane.
Questa medaglia, a metà strada tra l’essere “commemorativa” e di “benemerenza” mantiene innato il suo fascino e il suo significato: per la prima volta l’Italia unita ha combattuto in armi con uomini provenienti da tutte le parti della Nazione, con grande coesione e spirito di sacrificio, e tale sforzo fu riconosciuto conferendo a chiunque ne avesse titolo ed indistintamente.
Oggi, il 4 novembre è la Festa delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale che dovrebbe nella commemorazione dei Caduti per la Patria dare testimonianza alle nuove generazioni di determinati valori e sacrifici umani di tanti ragazzi che nel fiore della gioventù si immolarono con la segreta speranza di creare una pace perfetta e duratura.
“Il 4 novembre è un giorno di memoria e di festa. Ricordiamo coloro che, in tutte le guerre, combatterono con coraggio, con sofferenza, con eroismo, con dignità, con senso del dovere permettendo di completare e consacrare l’Unità d'Italia. Con il loro sacrificio hanno reso possibile l’edificazione delle istituzioni democratiche a garanzia della libertà, del progresso e a difesa della pace. La loro memoria è una ricchezza, uno stimolo per continuare ad adempiere i nostri doveri rafforzando in Patria, in Europa e nel mondo un progetto di armoniosa convivenza fra i popoli e le Nazioni. Il 4 novembre è anche giorno di festa per le Forze Armate.  È  sempre ben impressa in voi la via da seguire per onorare gli impegni assunti con il giuramento. A voi il vivo compiacimento della Nazione per la dimostrazione, in ogni circostanza, di organizzazione, efficienza e spiccata professionalità, e per la capacità di integrazione e cooperazione ad elevato livello in coalizioni alleate al servizio della sicurezza internazionale. Per il vostro quotidiano operato in Italia ed all’estero, gli Italiani vi sono particolarmente vicini esprimendo solidarietà, ammirazione e riconoscenza”. (5)
Che non restino solo parole! Noi possiamo, dobbiamo, vogliamo crederci nel grato ricordo dei nostri “Fratelli d’Italia”, sepolti sui campi di battaglia, nella rinnovata speranza di un Paese libero, prospero e fiero, ma soprattutto conscio del suo grande passato.
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Note:
  1. s.v. Omaggio all’eroismo (Un), in Collezionismo italiano, 35 (1979), p.1118.
  2. Cfr. Zamboni Davide - Regio Esercito: Decorazioni e onoreficienze
  3. Ibid.: “Non è chiara l’origine iconografica di tali scudi, ma svariate ipotesi li danno come scudi da trincea italiani che tanto hanno accompagnato, nel bene e nel male, la vita dei nostri soldati nella guerra di posizione”.
  4. Ibid.: “È azzardato andare a fornire indicazioni di produzione basandosi solo sul tipo di conio o sui materiale utilizzati, essendo stati entrambi innumerevoli e diversi durante tutta la produzione di questa decorazione”.
  5. Carlo Azeglio Ciampi - Discorso 86° Anniversario della fine della Grande Guerra - Roma, 3 novembre 2004.
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