La Nascita della FIDCA - Fidca

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LA NASCITA DELLA FIDCA

di Giacomo Vittorio Parodi


La creazione di una organizzazione associativa che uscisse dai crismi tradizionali della nazionalità, era ed è molto sentita ancora in questi tempi d’Europa Unita, specie fra le masse dei cittadini ex combattenti e doveva proprio essere da questi umili protagonisti, lanciato il primo appello per chiamare a raccolta quanti, animati da spirito europeistico, intendessero unificare i valori combattentistici ovunque acquisiti.

Fu così che si gettarono le basi, nel gennaio 1972, della Federazione Italiana dei Combattenti Alleati, che al di sopra di ogni distinzione di nazionalità, razza e religione, di classe e di partito, libera da ogni impaccio burocratico, con la semplicità che può risiedere soltanto in una libera organizzazione, che fosse in grado di esplicare le sue finalità, legalizzandole in un apposito statuto.
L’occasione si presentò con la partecipazione ad un raduno combattentistico, dopo il quale si commentava lo svolgimento e i discorsi sentiti sui sacrifici sopportati da ogni combattente e venne dedotto che tali sacrifici furono uguali, anche se sofferti sotto le diverse bandiere.
Fu a questo punto, che il grande invalido e mutilato di guerra Dino Morini propose al gruppetto presente, se non si potesse unificare quegli eguali sacrifici, i ricordi delle lotte sostenute sui differenti campi di battaglia, in un’unica bandiera, nel rispetto delle leggi italiane e di quelle delle Nazioni che con l’Italia furono in ogni tempo alleate.
L’idea venne subito approvata dagli amici di viaggio: Maggiore Aviatore Fabre-Repetto Antonio, reduce della guerra 1915-18 e Cavaliere di Vittorio Veneto, che ne divenne subito tesoriere (di propria tasca), dal Maresciallo Maggiore della Guardia di Finanza di Mare Cav. Ugo Chini e dall’ex allievo ufficiale alpino partigiano Cav. Alberto Bertocchi, questi ultimi reduci della guerra 1940-43, 1943-45.

L’idea sorta così spontaneamente e dettata da grande rispetto verso i combattenti di tutte le guerre, ovunque combattute e dei Caduti, proseguì poi nella residenza-ufficio del Cav. Dino Morini, in via Sturla n.8/21, che si impegnò a raccogliere le adesioni che non tardarono a venire.

Nel Contempo i quattro protagonisti, abbozzarono lo Statuto. In un secondo tempo fu interpellato il dr. Italo Ambrosio, socio di Napoli, per la stesura di uno Statuto più completo e dell’Atto Costitutivo, tramite il notaio Via. Il Cav. Fabre-Repetto destinò i propri uffici di “agente di borsa”, che proprio in quei giorni cessava di esercitare e così subito la FIDCA poté attivarsi con sede fornita di tutto punto: mobili e attrezzature d’ufficio, presso il Palazzo Nuova Borsa di via Dante, 2, vicino a piazza Ferrari, raggiungendo in breve tempo, oltre duemila associati. Sorsero le prime Sezioni FIDCA in Liguria, Lazio e Umbria, Marche e via via in altre regioni.

Il 7 maggio 1987, i promotori si portarono da un notaio di Genova, perché completasse e perfezionasse, con gli articoli di legge, lo statuto, che provvidero poi a depositare, unitamente all’Atto Costitutivo, registrandoli agli Atti Pubblici di Genova.

Da quel momento la F.I.D.C.A. era nata non solo di fatto, ma anche ufficialmente.
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