Vittoria - Fidca

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Elaborati di Christian Tarantino

Medaglia Interalleata della Vittoria
"Ai combattenti delle Nazioni Alleate ed Associate”

a cura di Christian Tarantino

La Medaglia Interalleata della Vittoria è una decorazione commemorativa della Grande Guerra per la civiltà, fu istituita con Regio Decreto n. 1918 del 16 dicembre 1920, da Vittorio Emanuele III, Re d’Italia, a seguito della deliberazione presa dalla Commissione speciale nominata dall’Assemblea generale della Pace, da concedersi ai combattenti delle Nazioni Alleate ed Associate per la partecipazione al Primo Conflitto Mondiale. Coniata in bronzo in circa 2 milioni di esemplari (classe unica) e prodotta da: F.M. Lorioli & Castelli – Milano e da Sacchini - Milano; Modellista Gaetano Orsolini con firma G.Orsolini Mod. sul diritto; incisore Giovanni Villa a firma G. Villa Inc. sul rovescio. La medaglia venne conferita gratuitamente e completa del suo nastrino, a spese dello Stato, ed accompagnata da un diploma nominativo. Diametro mm. 36, peso gr. 18,1.   
La ottennero i militari che parteciparono all’evento bellico e più in generale tutti i Paesi vincitori della Grande Guerra. È conosciuta, altresì, come Medaglia della Vittoria (terminato il conflitto ne vennero coniate 13 diverse corrispondenti ad ogni Paese vincitore). Il nastrino presenta i colori dell’arcobaleno (per comprendere i colori di tutte le bandiere) ed è identico per tutti i Paesi. Il rilascio della medaglia veniva concesso ai soldati che avessero guadagnato almeno 4 mesi in zona di guerra o dopo il rilascio del Distintivo per le fatiche di guerra.
Il recto raffigura  la “Vittoria Alata” con la fiaccola della libertà su un carro quadriga (poco visibile) trainato da quattro leoni aggiogati (simboleggianti gli eserciti sconfitti). Sul verso vi è un “tripode” (antico recipiente greco a tre piedi che veniva offerto ai vittoriosi) sormontato da due colombe (simbolo di pace) recanti nel becco un ramoscello di ulivo. A fianco e attorno la scritta “Grande Guerra per la Civiltà 1915-1918 (in numeri romani). Ai combattenti delle Nazioni alleate ed associate”. Sotto i leoni, il nome dello scultore (a sinistra) “G.Orsolini mod.” e a destra il nome della ditta produttrice “S.(tefano) Johnson-Milano”. Alla base del tripode (a destra), il nome dell’incisore “G.Villa Inc.”.
Come per la Medaglia “Guerra per l’Unità d’Italia” fu fusa nel metallo dei cannoni tolti al nemico, dal 1920 fu concessa a spese dello Stato a tutti i militari, militarizzati e assimilati che avessero prestato servizio per almeno quattro mesi in zona di operazioni. (1) Si trattò di una medaglia commemorativa emessa congiuntamente da tutte le nazioni che scesero in campo nella “Grande Guerra” contro la Germania e l’Austria-Ungheria.

In definitiva, le decorazioni si possono distinguere in tre grandi famiglie, le “commemorative” (medaglie coniate appositamente per celebrare un fatto d’arme, l’appartenenza a un certo reparto, un avvenimento o una ricorrenza e via dicendo), le medaglie, croci o stelle “al valore” e “al merito” (attribuite quindi, come anticipo, nominativamente a chi si è distinto sul campo di battaglia, valor militare, o in occasione di determinati avvenimenti quali alluvioni, salvataggi, etc., valor civile), e di benemerenza in bronzo (“Per militari che non hanno avuto l’opportunità, o il coraggio, di segnalarsi con atti eroici di tale portata da meritare una segnalazione da parte del loro comando” ma che, tuttavia, “hanno rischiato la propria vita in guerra”). Naturalmente, sia per le prime che per le ultime, chi le ha avute “non sempre ha dovuto distinguersi tra i commilitoni o i compagni per meritarsele”. (2) Le seconde, essendo nominative, sono attribuite sempre con un atto formale delle autorità competenti “…e tale atto prevedeva che la medaglia fosse assegnata a un determinato individuo e a nessun altro. Per questo alcuni collezionisti ritengono necessario, al completamento della raccolta in questo specifico settore, il possesso del diploma d’onore consegnato all’avente diritto insieme con la medaglia sul quale in genere è riportata la motivazione precisa dell’attribuzione, insieme col nome del decorato. Naturalmente questi stessi collezionisti ritengono indispensabile che la medaglia abbia il nastrino regolamentare, con i colori previsti al momento in cui è stata istituita” (3).
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Note:
1)  s.v. Omaggio all’eroismo (Un), in Collezionismo italiano, 35 (1979), p.1118.
2)  Ibid. pp.1090,116-1117.
3)  Ibid. pp.1091,1092.   
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